"Ritrova il piacere di mangiare sano"

Lucia Greco - Biologa Nutrizionista Dott.ssa in Scienze della Nutrizione


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LA REGINA DELLE SPEZIE

11.05.2017 14:39

La regina delle spezie” è così che fu definita la curcuma dalla medicina ayurvedica ed ora cerchiamo di capire il perché.

La Carcuma Longa o zafferano delle Indie appartiene alla famiglia delle Zingiberacee è una spezia largamente utilizzata nella cucina asiatica ed in particolare in India e Thailandia anche se negli ultimi anni è approdata anche nelle nostre cucine.

La polvere che viene ricavata da questa pianta contiene quella che è la componente biologica attiva della curcuma ovvero la curcumina, responsabile del suo colore e delle sue straordinarie proprietà.

In particolare la curcumina:

  • ha attività antiossidante in quanto ostacola l’attività di radicali liberi responsabili, per esempio, dell’invecchiamento cutaneo
  • esercita attività antinfiammatoria aumentano la difesa contro infezioni gastriche ed intestinali ma non solo, pare che aumenti anche l’espressione di un gene che codifica per la proteina CAMP (cathelicidin antimicrobial peptide) in grado di difenderci da batteri. Inoltre l’attività antinfiammatoria di questa spezia sembrerebbe dare un importante aiuto in malattie quali psoriasi, artrite, malattie infiammatorie intestinali ed anche nella prevenzione del cancro: è noto ormai come infiammazione e questa malattia siano strettamente correlati
  • protezione cardiovascolare. In uno studio* del 2012 pubblicato su Journal of Cardiology sono stati esaminati 121 pazienti che avevano subito un intervento di chirurgia di bypass di emergenza; il gruppo che ha assunto pillole di curcumina (1 g 4 volte al giorno) ha avuto una riduzione del rischio di attacchi post-operatori ed ha mostrato più bassi livelli di marker infiammatori e delle stress ossidativo nel sangue

  

  • anche il sovrappeso e l’obesità, come le malattie ad essa associate (es diabete tipo 2) sono caratterizzate da una risposta infiammatoria cronica con produzione di citochine, aumento delle proteine della fase acuta e della PCR (proteina c-reattiva).

In uno studio sperimentale (controllato, randomizzato, in doppio cieco) della durata di 2 anni sono stati reclutati 200 pazienti con diabete tipo 2 e BMI > 28, età tra i 45-65 anni, non trattati con insulina e con trattamento nutrizionale dalle 1600-2000 kcal (50-55% carboidrati – 25-30% lipidi – 15-20% proteine) che comprendeva cereali integrali ogni giorno, carne bianca una volta a settimana, pesce azzurro 3 volte a settimana, legumi 2 volte a settimana, proteine vegetali quali tofu, soia ecc 5 volte a settimana, formaggi 1 volta a settimana e latte e yogurt vegetali ogni giorno. I soggetti del gruppo curcuma assumevano giornalmente 4 capsule di curcumina da 0,3 mg per 4 volte al giorno (la curcumina è stata addizionata con piperina che ne aumenta l’azione); l’altro gruppo non ha assunto alcuna integrazione. Alla fine del primo anno i pazienti erano scesi a 67 ed i risultati sono stati sicuramente più incoraggianti per il gruppo che aveva assunto la curcumina con maggiore riduzione dei fattori infiammatori, della glicemia, della HB1ac, dei trigliceridi e del colesterolo totale ed LDL. Purtroppo non riesco a trovare i dati di fine studio, probabilmente non è stato ancora pubblicato.

Come però spesso accade in ambito scientifico-nutrizionale bisogna fare attenzione a molti particolari e non soffermarsi solo sui primi risultati e soprattutto bisogna leggere con mooolta attenzione gli studi…diciamo che bisogna essere sempre piuttosto critici e cercare “il pelo nell’uovo”.
Le quantità di curcumina proposte negli studi sopracitati sono quantità assunte con capsule e non si parla di curcuma in polvere: per raggiungere tali quantità del principio biologicamente attivo, che potremmo quasi definire “terapeutiche”, dovremmo fare un uso quasi spropositato di curcuma al giorno che potrebbe portare ad altri effetti collaterali (nausea, diarrea lieve).
Inoltre, una review** pubblicata recentemente ha concluso affermando che "la curcumina è un composto reattivo ma non biodisponibile e instabile; di conseguenza, è altamente improbabile che se ne possa trarre un vantaggio significativo in ambito clinico
.

È consigliabile, quindi, mantenere i piedi per terra almeno fino a quando saranno disponibili ulteriori evidenze scientifiche e, soprattutto, non interrompere eventuali terapie farmacologiche e sostituirle con integratori a base di curcumina senza aver preso in considerazione il parere del medico; ciò non toglie che possiamo continuare ad utilizzare la curcuma nelle nostre cucine per rendere più deliziosi e colorati i nostri piatti!
 

* www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22481014

** www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5346970/